«Ogni membro della filiera è un potenziale ambasciatore del nostro prodotto»

Stimolante, impegnativo, emozionante... si sprecano gli aggettivi per descrivere l’esordio di Olivier Isler alla guida dell’IPG. Dopo tre mesi di attività, il direttore inizia a sbottonarsi, tra temi scottanti e prospettive ottimistiche.

12 Sep 2025
Intorno a Le Gruyère AOP

«Ciò che intendiamo fare è chiedere ai consumatori svizzeri di sostenerci!»

Olivier Isler, direttore dell’IPG

Signor Isler, come ha vissuto questi primi tre mesi alla guida dell’IPG?

L’inizio è stato più burrascoso del previsto! Le mie priorità sono state subito chiare, con l’annuncio dei dazi da parte degli Stati Uniti. Certo, affrontare gli imprevisti fa parte del mio ruolo. Nel pieno della tempesta, ciò che già sapevo ha subito trovato conferma: il nostro settore è solido, abbiamo personale competente e motivato e il nostro prodotto è incredibilmente rinomato. Cosa chiedere di meglio per affrontare le sfide? Mi piace paragonare il nostro settore a un diamante grezzo, che deve essere cesellato per catturare ancora più luce.

Lei è stato attivo nel settore fino al 2021. Le cose sono cambiate molto da allora?

Tutto è più decisamente orientato al futuro, anche se i principi fondamentali rimangono gli stessi. La collaborazione con la società di consulenza Soliance ha prodotto raccomandazioni in diversi ambiti, come la sostenibilità e la distribuzione del valore aggiunto. La loro concretizzazione richiede un lavoro enorme, sia per gli operatori sul campo sia per l’amministrazione. Dovremo stabilire delle priorità e condensare, dove possibile.

Attualmente, a quali progetti sta lavorando?

La questione più importante riguarda i dazi doganali che ora colpiscono i consumatori americani, primi importatori di Gruyère AOP. In Tête de Moine ho affrontato altre tipologie di crisi: ogni problema richiede un’analisi specifica legata al contesto. Il mio obiettivo, insieme ai vertici dell’IPG, è quello di attenuare le conseguenze negative attraverso soluzioni ponderate. Ma sono fiducioso: la qualità del Gruyère AOP è la sua migliore assicurazione sulla vita.

E quindi, quale sarà la strategia dell’IPG?

Sul mercato americano verranno utilizzati metodi pubblicitari tradizionali per promuovere le vendite e supportare i nostri fedeli grossisti. Per forza di cose, in alcuni canali di distribuzione il Gruyère AOP passerà da prodotto premium a prodotto di lusso. La riduzione del 5% dei volumi di produzione, decisa nell’agosto 2025, dovrebbe consentire di anticipare il calo delle vendite. Vogliamo anche rafforzare la nostra presenza in Svizzera, in particolare nei cantoni di lingua tedesca, dove abbiamo ancora margini di miglioramento. Ciò che intendiamo fare è chiedere ai consumatori svizzeri di sostenerci!

Quali messaggi intendete veicolare?

Possiamo comunicare meglio ciò che sappiamo fare in maniera esemplare. Scegliendo Gruyère AOP, i consumatori abbracciano valori come rispetto della tradizione, giusta remunerazione degli operatori del settore e sostenibilità. Non smetteremo mai di dirlo.

Avete identificato nuovi mercati su cui concentrare gli sforzi?

È un interrogativo continuo. L’instabilità internazionale ci spinge a privilegiare i mercati locali, per la loro stabilità, il loro potere d’acquisto, la cultura casearia consolidata, l’attenzione per la qualità e la tracciabilità. Queste condizioni spesso mancano nei mercati più lontani, che ignorano i principi fondamentali delle indicazioni geografiche protette.

Sarebbe auspicabile ottenere un sostegno federale?

L’agricoltura non ha diritto alla riduzione dell’orario di lavoro, che non è applicabile nemmeno al comparto caseario. D’altro canto, sarebbe auspicabile un sostegno nella promozione delle vendite all’estero tramite Switzerland Cheese Marketing. In assenza di condizioni almeno equivalenti a quelle dell’Unione Europea (15%), sarebbe giustificato un approccio settoriale alla trattativa per l’ottenimento di condizioni preferenziali, come sta cercando di fare l’UE per i vini e gli alcolici. Dopotutto, i dazi hanno lo scopo di riportare l’attività negli USA, ma la produzione del Gruyère AOP non potrà mai avvenire sul suolo americano.

Nel contesto attuale, cosa possono fare gli operatori del settore?

Ogni membro è un potenziale ambasciatore del nostro prodotto. Agli occhi dei consumatori, nessuno è più credibile del produttore di latte o del casaro. Mettere in risalto il prodotto in vetrina o condividere i nostri contenuti online rafforza la già notevole notorietà del Gruyère AOP. Unendo le nostre forze generiamo una grande energia positiva.

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